Carta docente 2025: il tema della carta docente, il bonus annuale da 500 euro destinato alla formazione degli insegnanti, è tornato al centro del dibattito sindacale.
Con l’estensione del beneficio anche ai docenti precari a partire da settembre 2025, emergono dubbi sull’effettiva tenuta dell’importo e sulla sua continuità nel tempo.
Cosa cambia con la Legge di Bilancio? Scopriamolo insieme.
Estensione del bonus e rischio riduzione dell’importo
L’ampliamento della carta docente ai supplenti annuali fino al 31 agosto 2025, stabilito con la Legge di Bilancio 2025, è una novità significativa. Tuttavia, introduce anche un potenziale problema: con più beneficiari, il valore del bonus potrebbe non restare fisso a 500 euro.
Infatti, l’importo verrà ridefinito di anno in anno, in base al numero di destinatari e alle risorse disponibili. Il tetto massimo resterà, ma non ci sarà più la garanzia di percepire l’intera somma.
Questa situazione porta a due conseguenze principali. Da un lato, si riduce il valore medio della carta docente fruibile da ogni insegnante. Dall’altro, si crea un clima di incertezza normativa, poiché il bonus dipenderà ogni anno da decisioni politiche, rischiando modifiche o tagli con ogni nuova manovra di bilancio.
La proposta della Gilda: integrare la carta docente nello stipendio
A fronte di queste preoccupazioni, la Federazione Gilda-Unams ha avanzato una proposta concreta: trasformare i 500 euro della carta docente in una voce fissa dello stipendio. A rilanciare questa ipotesi è stato Gianluigi Dotti, membro dell’esecutivo nazionale Gilda, durante un intervento al Congresso CISL Scuola di Trieste.
Secondo Dotti, spostare l’importo della carta nella Retribuzione Professionale Docenti (RPD) garantirebbe:
- Maggiore stabilità retributiva, senza dipendere da decisioni politiche annuali;
- Benefici previdenziali, in quanto la somma contribuirebbe al calcolo della pensione.
In altre parole, si tratterebbe di un cambio di prospettiva importante, capace di tutelare maggiormente sia i docenti di ruolo sia quelli precari, spesso più esposti all’instabilità delle risorse.
Una proposta condivisa ma ancora da discutere
L’iniziativa della Gilda ha ricevuto consenso anche da parte di altri sindacati, tra cui la CISL Scuola, anche se al momento non è ancora stata discussa formalmente con il Ministero dell’Istruzione o con l’Aran.
Parallelamente, i sindacati spingono per un rinnovo contrattuale che possa includere la carta docente e il bonus merito all’interno dello stipendio tabellare, così da rafforzare i diritti acquisiti e renderli meno vulnerabili ai cambiamenti politici o ai tagli di bilancio.
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