Bonus docenti: ritardi, novità e criticità della misura

Bonus docenti: ritardi, novità e criticità della misura

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Bonus docenti: la Carta del Docente rappresenta uno strumento essenziale per sostenere la formazione continua degli insegnanti italiani. Si tratta di un bonus docenti da 500 euro destinato all’acquisto di libri, corsi di aggiornamento, dispositivi digitali, software e servizi utili alla didattica.

Quest’anno, però, l’accesso alla piattaforma risulta ancora bloccato, generando un ritardo eccezionale e un malcontento crescente tra il personale scolastico.

Ritardi e criticità nell’attivazione della Carta del Docente

Il nuovo Decreto Scuola introduce modifiche rilevanti al bonus docenti, tra cui:

  • possibilità di utilizzare il credito anche per hardware, software e trasporti;
  • acquisti tecnologici regolati da una cadenza quadriennale;
  • estensione del bonus ad altre categorie di insegnanti, oltre ai docenti di ruolo.

Nonostante le novità, la piattaforma non è ancora disponibile. L’erogazione dei nuovi fondi potrà avvenire solo dopo la definizione degli incarichi dei supplenti annuali, quindi non prima del prossimo anno.
Importo e modalità di utilizzo saranno definiti entro il 30 gennaio 2026 tramite decreto interministeriale.

Per maggiori informazioni:

Carta docente: i ritardi nell'attivazione

Un bonus che rischia di diventare inutilizzabile

Questa situazione crea forte frustrazione, soprattutto tra i supplenti annuali e gli insegnanti con contratto fino a giugno, che rischiano di non poter beneficiare del bonus.

Gli importi non spesi degli anni precedenti saranno validi fino al 31 agosto 2026, ma non è possibile accumulare nuovi buoni in attesa del decreto.

Bonus docenti e interrogazione parlamentare: quali sono le richieste

Il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare per denunciare tre punti critici:

  • ritardi nella riapertura della piattaforma;
  • importi inferiori ai canonici 500 euro, considerati insufficienti per i precari;
  • tempi troppo stretti per utilizzare i residui degli anni precedenti.

Antonio Caso, capogruppo M5S in Commissione Cultura, ha definito la situazione “allarmante”, chiedendo trasparenza, tempi rapidi e accesso garantito per tutti i docenti.

L’obiettivo dell’interrogazione è evitare che il bonus docenti si trasformi in uno strumento inefficace, compromettendo il diritto degli insegnanti alla formazione professionale.

Le richieste dei sindacati sul bonus docenti

Anche i sindacati – in particolare Anief – chiedono stanziamenti adeguati nella Legge di Bilancio 2026. Le principali richieste includono:

  • accesso al bonus docenti per tutto il personale scolastico, compresi i supplenti;
  • mantenimento dell’importo minimo di 500 euro;
  • riconoscimento del lavoro gravoso degli insegnanti;
  • fondi dedicati a trasferte e indennità di sede;
  • maggiore trasparenza nella gestione della piattaforma.

Marcello Pacifico (Anief) ha ricordato che sono stati presentati circa 70 emendamenti per rafforzare il settore scuola e tutelare i diritti dei docenti.

Bonus docenti: perché è una misura a rischio

L’interrogazione parlamentare mette in luce problemi gravi che potrebbero compromettere l’efficacia del bonus docenti.

Tra piattaforma inaccessibile, importi incerti e crescente malcontento, il supporto politico e sindacale diventa indispensabile per preservare un diritto fondamentale: l’aggiornamento professionale continuo.

Confronto europeo: cosa fanno gli altri Paesi

Finlandia

Gli insegnanti ricevono tempo dedicato alla formazione e incentivi economici personalizzati, inseriti in programmi strutturati di aggiornamento.

Germania

La formazione viene finanziata da fondi regionali, con rimborsi per materiali didattici e agevolazioni fiscali per i docenti.

Francia

Gli insegnanti dispongono di un budget annuale simile alla Carta del Docente italiana, ma con procedure più snelle, rapide e trasparenti.

Il confronto con l’Europa dimostra che, sebbene la Carta del Docente sia un’iniziativa innovativa, l’Italia deve ancora lavorare per:

  • ridurre i ritardi;
  • semplificare la piattaforma;
  • garantire accesso equo per tutti i docenti, inclusi i supplenti;
  • rendere il bonus realmente utile per la crescita professionale.

Solo così il bonus docenti potrà tornare a essere un pilastro della formazione continua, in linea con i sistemi educativi più evoluti d’Europa.

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