Aumenti stipendio docenti: il 4 settembre 2025 riprende all’Aran la contrattazione per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto Scuola, Università e Ricerca 2022-2024.
L’incontro, previsto alle ore 11:00, rappresenta il settimo appuntamento ufficiale dopo quello del 24 luglio e interessa oltre 1,3 milioni di lavoratori ancora senza contratto.
Secondo quanto dichiarato da Marcello Pacifico, presidente Anief, la priorità assoluta riguarda maggiori risorse da destinare agli aumenti stipendio docenti e ATA.
Al momento, sono disponibili 500 milioni di euro, ma la cifra è considerata insufficiente per colmare il divario creato dall’inflazione. Le stime attuali parlano di un incremento medio lordo di 150 euro al mese, pari al 6%: un risultato ancora lontano dal 17% di inflazione reale degli ultimi anni.
Aumenti stipendio docenti: il punto della situazione
Con l’entrata in vigore della Legge di bilancio 2025 e del decreto legislativo n. 192/2024, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito con la circolare n. 4/E del 16 maggio 2025 le nuove disposizioni fiscali, tra cui le misure che impattano sugli aumenti stipendio docenti.
Dal 2025, l’IRPEF verrà applicata su tre scaglioni di reddito anziché quattro. Le nuove aliquote sono:
- 23% fino a 28.000 euro
- 35% tra 28.001 e 50.000 euro
- 43% oltre 50.000 euro
La precedente aliquota del 25% viene eliminata, con effetti diretti anche sugli aumenti stipendio docenti, soprattutto nella fascia medio-bassa di reddito.
Per i redditi fino a 15.000 euro, la detrazione per lavoro dipendente aumenta a 1.955 euro, ampliando di fatto la no tax area fino a 8.500 euro. Questo intervento favorisce in particolare gli insegnanti con redditi più contenuti.
Il trattamento integrativo (ex bonus 100 euro) viene stabilizzato.
Quali sono le richieste sindacali in merito al rinnovo?
L’Anief chiede l’introduzione dei buoni pasto per il personale scolastico, già previsti per altri comparti pubblici.
Secondo i dati economici del 2023, il reddito medio in Italia (24.000 PPS) è del 15% più basso rispetto alla media UE (27.500 PPS).
Tra le proposte principali figurano:
- Indennità di trasferta per chi lavora fuori regione;
- Introduzione del middle management scolastico, con retribuzioni garantite da fondi dedicati;
- Nuove regole per la gestione del Fondo d’Istituto, dei permessi per l’aggiornamento ATA e delle posizioni economiche.
Per il settore Ricerca, Anief chiede la distribuzione del 5% delle risorse residue del contratto 2019-2021 e l’introduzione di criteri specifici per le progressioni di livello (art. 54), distinguendole da quelle economiche (art. 53).
Un altro punto chiave riguarda il riconoscimento del burnout come malattia invalidante, vista la forte pressione psicofisica che grava sul personale scolastico.
L’Anief insiste anche per la reintroduzione del primo gradone stipendiale, dichiarato illegittimamente cancellato dalla Cassazione lo scorso marzo.
Infine, si chiede di utilizzare i risparmi del dimensionamento scolastico per rafforzare le indennità dei DSGA e impiegare le economie delle ex progressioni economiche per migliorare gli stipendi del personale ATA.
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