La settimana corta scuola è un tema particolarmente caldo per gli insegnanti, gli studenti e le famiglie, perché in merito emergono posizioni contrastanti.
Ma vediamo cosa si intende per settimana corta quando parliamo di scuola.
Settimana corta scuola: cos'è
Volendo semplificare, è l'orario scolastico settimanale svolto cinque giorni a settimana invece che sei, anche per le scuole secondarie di primo e secondo grado.
Nel 2013 la provincia di Milano, in accordo con la Regione Lombardia e la Direzione Scolastica Regionale, aveva emanato una circolare invitando le scuole a prendere in considerazione l'opportunità di svolgere le attività didattiche dal lunedì al venerdì.
Il caso delle grandi città
Non è un caso che la settimana corta venga applicata soprattutto nelle grandi città.
Nella città milanese una scuola superiore su due (nel primo biennio) applica l'orario prolungato.
Questo consiste nel sabato libero, mentre in provincia e nei centri più piccoli, la settimana lunga resta l'opzione più gradita.
Nella circolare si faceva riferimento alla riforma scuola che doveva allora ancora entrare in vigore e che prevedeva un orario scolastico delle lezioni fino ad un massimo di 32 ore settimanali.
L'orario delle lezioni avrebbe dovuto avere in ogni caso un minimo di 27 ore settimanali.
Settimana corta scuola: pro e contro
Dopo avervi parlato della settimana corta, passiamo ai pro e ai contro.
Tra i pro troviamo:
- Risparmio di fondi pubblici (bollette di luce, acqua e riscaldamento);
- Una più lineare organizzazione del lavoro del personale;
- Maggiore equità dei turni di lavoro.
Invece, tra i contro:
- Avere un orario anche pomeridiano non permette agli studenti di concentrarsi sui compiti a casa o su attività extra scolastiche;
- Orario giornaliero oneroso, perché molti studenti, non abitando in prossimità delle scuole, partono presto e ritornano tardi quando già è pomeriggio inoltrato;
- Abbassamento dei livelli di attenzione degli alunni e quindi del rendimento scolastico.
La settimana corta scuola rientra nel regno dell'autonomia scolastica, dove autonomamente possono decidere di sperimentare cambi di orario scolastico nel corso della settimana senza tagliare ore e programmando ritmi di insegnamento su misura.
Queste decisioni vengono stabilite dal Consiglio d'Istituto, insieme al voto delle famiglie.
Ma capita non di rado che sulle decisioni intervengano le pressioni delle amministrazioni locali, soffocate dai tagli di bilancio che rendono troppo onerosi i servizi necessari per il buon funzionamento degli istituti.
Ultime notizie
Proprio novanta famiglie romane sono intervenute facendo ricorso contro la settimana corta.
Il consiglio d'istituto si era espresso favorevole a riguardo, ma il TAR ha dato ragione ai genitori degli studenti; in realtà si tratta di un'ordinanza, perché l'udienza è stata fissata per il 16 gennaio.
Bisognerà quindi attendere, ma in ogni caso, se dovesse esserci sentenza favorevole per il consiglio d'istituto, la settimana corta partirebbe dal 2018/2019, perché mancherebbero poi i tempi tecnici.