Esami integrativi insegnamento 2025/26: cosa c'è da sapere? - Blog | Docenti.it

Esami integrativi insegnamento 2025/26: cosa c’è da sapere?

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Esami integrativi insegnamento: in questo articolo risponderemo alle cinque domande più frequenti sulle integrazioni dei CFU necessarie all'accesso alle classi di concorso. Le risposte sono pensate per chi vuole partecipare ai concorsi, aggiornare la propria posizione nelle graduatorie o capire come completare i requisiti per una classe di concorso.

Esami integrativi insegnamento: partiamo dalle definizioni

Gli esami integrativi sono crediti o insegnamenti che lo studente deve aggiungere quando il titolo posseduto non copre pienamente i requisiti di una determinata classe di concorso.

Si tratta quindi di integrazioni didattiche rispetto al proprio percorso universitario originario, richieste per allineare competenze e SSD (settori scientifico-disciplinari) alla tabella ministeriale delle classi di concorso.

Quando è necessario sostenere questi esami?

Puoi sostenere gli esami integrativi tramite il riconoscimento di crediti già acquisiti, l’iscrizione a singoli insegnamenti universitari o a percorsi abilitanti riconosciuti (60/36/30 CFU secondo i casi).

La modalità dipende dall’ateneo e dal tipo di percorso: alcuni atenei attivano corsi singoli o master di completamento, altri consentono il riconoscimento di CFU ottenuti in precedenza. Per chi è già inserito nelle procedure concorsuali possono esserci percorsi specifici di completamento previsti dalla normativa transitoria.

Quanti CFU servono per ogni classe di concorso?

Non esiste un numero unico: il numero di CFU integrativi richiesti varia in base alla classe di concorso e al titolo posseduto; spesso servono integrazioni nei SSD specifici indicati nella Tabella A ministeriale.

Per sapere quanti CFU e quali insegnamenti servono, consulta la Tabella A aggiornata delle classi di concorso e verifica il possesso dei SSD necessari rispetto al tuo titolo.

Puoi approfittare del nostro servizio "classi di concorso", per verificare l'idoneità del tuo titolo di studio all'accesso ad una determinata classe di concorso:

Esami integrativi insegnamento: dove dichiararli all'interno di graduatorie e concorsi?

I crediti e i titoli formativi vanno sempre documentati e dichiarati nelle sezioni dedicate alle “abilitazioni/titoli” dei bandi e delle istanze GPS; la mancata dichiarazione o la documentazione incompleta può invalidare il valore dei crediti.

In pratica compila con cura la sezione titoli del modello di domanda e allega le certificazioni rilasciate dall’università o dall’ente che ha erogato i crediti.

I CFU ottenuti tramite corsi post-laurea sono validi ai fini delle integrazioni?

Sì: i CFU conseguiti tramite master universitari o corsi post-lauream riconosciuti possono essere valutati e riconosciuti come integrativi, a condizione che l’ateneo li riconosca in relazione agli insegnamenti richiesti dalla classe di concorso.

È fondamentale che i crediti derivino da atenei o enti accreditati e che siano congruenti per SSD con le discipline richieste; spesso serve una procedura formale di riconoscimento crediti da parte dell’università che valuta l’accesso alla CdC.

Esami integrativi insegnamento: i nostri consigli

Se devi integrare i CFU, prima verifica la Tabella A delle classi di concorso e i requisiti del bando: è la bussola che ti dice cosa manca realmente. Scarica o consulta la Tabella A aggiornata del Ministero e confrontala con il tuo piano di studi.

Se hai 24 CFU ottenuti entro il 31 ottobre 2022 tieni conto della transizione: questi crediti hanno avuto decorrenze e scadenze transitorie stabilite dalla normativa recente, e nel 2025 molte regole sono mutate verso il percorso abilitante di 60 CFU.

In pratica chi possiede i 24 CFU può aver beneficiato di misure transitorie, ma oggi il percorso ordinario richiede il completamento dei CFU previsti dal DM/legge vigente.

Per un approfondimento:

24 CFU insegnamento: sono ancora validi?

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