Nuovo reclutamento docenti: chi ha già i 24 CFU potrà integrarli?

Nuovo reclutamento docenti: chi ha già i 24 CFU potrà integrarli?

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Altre notizie sul fronte nuovo reclutamento docenti: i docenti che hanno già acquisito i 24 CFU potranno "scalarli" dai nuovi 60 crediti, voluti dalla riforma Bianchi?

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Nuovo reclutamento docenti: che cosa prevede

La nuova riforma voluta da Patrizio Bianchi è ora legge.

Già nei mesi scorsi si era parlato molto di un nuovo reclutamento docenti che avrebbe "scardinato" i 24 CFU per l'insegnamento (ormai conseguiti dalla maggior parte dei docenti), in favore di 60 crediti universitari.

Inoltre, oltre all'acquisizione di questi crediti, i docenti dovranno "percorrere" un lungo cammino, tra percorsi formativi e concorsi, prima di poter arrivare all'abilitazione.

Ecco che cosa prevede, nello specifico, la nuova riforma Bianchi:

  • la presenza di un percorso universitario abilitante di formazione iniziale (che corrisponde ai famosi 60 crediti formativi), con una prova finale;
  • un concorso pubblico nazionale annuale;
  • e la presenza di un periodo di prova in servizio di un anno con una valutazione finale.

SCARICA QUI IL TESTO DELLA BOZZA DI DECRETO

La bozza del decreto legge disciplina, quindi, quello che sarà il nuovo percorso abilitante
per accedere ai concorsi annuali e diventare così docente.

Ovviamente, però, ci sono molti dubbi ai quali il sistema scolastico dovrà rispondere, da ora in poi.

Il principale dubbio che assilla la mente degli aspiranti docenti riguarda i 24 crediti formativi per l'insegnamento, fino ad ora "venduti" dal sistema scolastico come uno dei principali requisiti per diventare insegnante.

Che fine faranno ora?

Ma, soprattutto: i docenti che li hanno già acquisiti, potranno integrarli nei nuovi 60 CFU richiesti dalla riforma?

Che fine fanno i 24 CFU?

Questa è una bella domanda.
Alla quale noi possiamo solo dare parzialmente una risposta, per il momento.

Dunque...

È chiaro che il sistema scolastico mette a dura prova la pazienza degli aspiranti docenti... e continua a farlo.

Ne sono un esempio i 24 CFU per l'insegnamento.

Crediti che sono stati conseguiti dalla maggior parte dei docenti, in quanto, negli anni scorsi, il sistema scolastico li ha "imposti" come uno dei requisiti indispensabili per diventare insegnante e accedere alle graduatorie e concorsi.

E adesso che la nuova riforma è diventata legge?
Che cosa ne sarà dei 24 CFU?

La risposta è che... ancora, non lo sappiamo con certezza.

Non ci sono ancora dichiarazioni, da parte del ministero, di una possibile integrazione di questi crediti,
in vista dei 60 CFU previsti dalla nuova riforma.

Ancora non sappiamo, quindi, se i docenti che hanno già conseguito questi CFU potranno integrarli nei 60 che dovranno conseguire.

Ovviamente, sembra lecito pensare che le cose andranno esattamente in questo modo: sarebbe assurdo, infatti, pretendere che tutti quei docenti che già hanno conseguito tali crediti (e sono ormai la maggior parte) debbano rifarne altri "in più".

Ma vediamo che cosa dice la bozza di decreto a riguardo.

Cosa dice la bozza di decreto

Sappiamo che il mondo scuola, purtroppo, è pieno di sorprese.

Infatti, a tal proposito, l'aspetto che riguarda i 24 CFU (e una loro possibile integrazione) potrebbe essere chiarito da un apposito DPCM, in arrivo entro il 31 luglio 2022. 

Questo, stando al testo contenuto nella bozza di decreto.

Infatti, il comma 4 dell’articolo 2 bis, relativo ai percorsi universitari e accademici di formazione iniziale, ci dice quanto segue: 

"Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato di concerto con i Ministri dell’istruzione e dell’università e della ricerca, da adottare entro il 31 luglio 2022, negli ambiti precisati all’articolo 2, comma 2, sono definiti i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa corrispondente a 60 crediti formativi universitari o accademici necessari per la formazione iniziale, comprendente un periodo di tirocinio diretto presso le scuole ed uno indiretto non inferiore a 20 crediti formativi universitari o accademici, e in modo che vi sia proporzionalità tra le diverse componenti di detta offerta formativa."

Deve essere precisato, comunque, che la riforma attualmente risulta piuttosto "fluida" e adattabile a cambiamenti futuri.

Pertanto, è opportuno aspettare il decreto che arriverà a luglio, per ulteriori precisazioni in merito ai 24 CFU.

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Photo credit: Pixabay