Ultime notizie scuola: in classe fa troppo freddo, bimba di 10 anni finisce in ipotermia

Ultime notizie scuola: in classe fa troppo freddo, bimba di 10 anni finisce in ipotermia

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Le ultime notizie scuola riportano che negli scorsi giorni una bambina di 10 anni è finita in ipotermia a causa dell'eccessivo freddo in aula.

È accaduto in una scuola in provincia di Palermo dove, a quanto pare, i soccorsi non erano neanche stati chiamati.
È dovuta intervenire la madre, avvisandoli con il suo cellulare.

Ultime notizie scuola: bambina finisce in ipotermia

il fatto è accaduto nella scuola “Emanuela Loi” di Passo di Rigano, in provincia di Palermo.

Il riscaldamento è guasto e le aule sono fredde: a tal punto che una bambina di 10 anni si sente male e finisce all'ospedale in ipotermia.

In quel quartiere i riscaldamenti sono spenti per un guasto che non è stato mai riparato.

La bambina si trova in aula quando comincia a tremare improvvisamente.
E quando i sanitari del 118 arrivano sul posto, la trovano già in ipotermia.

Eppure, come riporta Il Mattino: "La preside aveva segnalato il problema dell'impianto di riscaldamento inutilizzabile ripetutamente e, addirittura, nemmeno i solleciti da parte della prefettura hanno consentito la risoluzione del problema".
È quanto dice il segretario della Flc Cgil Palermo Fabio Cirino, che esprime la sua vicinanza alla dirigente scolastica dell'istituto, Rosaria Corona, e alla piccola alunna.

Mancano livelli essenziali di prestazione scolastica

L'invettiva di Cirino prosegue poi sostenendo quanto manchino livelli essenziali di prestazione scolastica, che il Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara dovrebbe riuscire a garantire.

Ecco le parole di Cirino:

"Auspichiamo un immediato intervento da chi di competenza per risolvere questa situazione d'emergenza. Il ministro Valditara parla di stipendi diversificati per gli insegnanti e di finanziamenti privati quando il sistema di istruzione pubblico soffre già di disparità e di diseguaglianze inaccettabili. Non esistono livelli essenziali di prestazione e occorrerebbero parametri uniformi di prestazione, di strutture e dotazioni in tutto il paese, che purtroppo non ci sono. Non possiamo più a lungo tollerare soluzioni che rischiano solo di far aumentare il gap esistente tra Sud e Nord, penalizzando sempre il Mezzogiorno". 

La testimonianza della mamma

Ad avvalorare la tesi di Cirino, anche la testimonianza della mamma che (come riporta Orizzonte Scuola), inveisce, raccontando quanto questo guasto sia avvenuto più volte: "Non si tratta di un caso isolato: ma a quanto pare nessuno voleva assumersi la responsabilità dell’intervento. L’anno scorso più volte, nei giorni più freddi, ho preferito far saltare alla bambina un giorno di scuola, piuttosto che esporla al rischio di prendere un raffreddore".

Ma il fatto ancor più strano è che i soccorsi non erano neanche stati ancora chiamati.

È stata la madre ad avvertirli, con il suo cellulare.

Una volta arrivata sul luogo, la donna ha trovato la bambina pallidissima, con un tremore incontrollato.

Il guasto era presente da anni

Se in alcune aule della scuola (come la segreteria, ad esempio), i riscaldamenti funzionavano, in altre il guasto era presente da ben prima della pandemia.

E non era mai stato aggiustato: "Noi genitori lo abbiamo segnalato più volte inutilmente“, afferma la madre dell'alunna che si è sentita male.

Adesso il guasto è stato riparato, proprio grazie all'incidente avvenuto, a quanto pare: "Si è aspettato che avvenisse qualcosa di grave per risolvere un problema noto da tempo. E la cosa non ha richiesto neanche grande sforzo. Perché non si è fatto prima?"
Così afferma, giustamente, la mamma.

"Io posso solo essere grata ai compagni di classe di mia figlia, perché si sono subito resi conto della situazione e hanno dato l’allarme. Altrimenti... non so cosa sarebbe successo“.

E conclude, dicendo...

"Spero che si facciano controlli e interventi in tutte le scuole, perché altri genitori non debbano provare il terrore e l’angoscia che abbiamo sperimentato noi."

Ed è quello che ci auguriamo tutti.

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Photo credit: Pexels