Stipendio docenti: ancora grossi problemi. Cosa succede?

Stipendio docenti: ancora grossi problemi. Cosa succede?

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Lo stipendio docenti è ancora al centro dell'attenzione: alcuni precari e supplenti lo stanno aspettando da vari mesi.

Che cosa sta succedendo? Che cosa dice il MIUR a proposito?

Stipendio docenti precari: i sindacati sollecitano il MIUR

I sindacati hanno nuovamente incontrato il Ministero per discutere sul tema dello stipendio dei supplenti e dei docenti precari, i quali da vari mesi non lo stanno ricevendo.

Sono in tanti a richiedere la semplificazione degli aspetti amministrativi legati ai contratti e agli stipendi degli insegnanti.

Ma non sono state ancora ottenute risposte.

Flc Cgil commenta l'accaduto come inaccettabile.

E continua: "i supplenti, se non retribuiti in tempo, non solo subiscono il danno della mancata tempestiva ricezione dello stipendio ma anche quello di non poter accedere all’indennità di disoccupazione".

Sembra che l'appello riguardo alla velocizzazione delle procedure sia stato accolto dal direttore generale Davide D'Amico del Ministero, e il prossimo incontro sul tema è stato fissato per il 27 luglio.

L'aspetto degli stipendi dei docenti italiani è da sempre molto dibattuto.

Perché?

Stipendio docenti tra i più bassi d'Europa

La ricerca sviluppata da Eurydice, organo europeo di informazione sull’istruzione, ha riportato dei dati allarmanti in merito allo stipendio dei docenti italiani.

In linea generale, gli inseganti nel nostro Paese guadagnano di meno rispetto agli altri insegnanti d’Europa.

E l’aumento dello stipendio è lentissimo.

Il massimo raggiungibile si può ottenere solamente dopo aver lavorato per 35 anni, pari al 50% in più rispetto allo stipendio con cui si ha iniziato.

Questi dati rimarcano la difficoltà dei docenti italiani ad ottenere uno stipendio più alto e, soprattutto, il tempo necessario per poter progredire.

Da ciò si possono di certo comprendere le motivazioni per cui solo 1 insegnante su 10 in Italia è soddisfatto del suo stipendio (ne abbiamo parlato in questo articolo).

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Photo credit: pixabay.com